Ana María Matute
Cavaliere senza ritorno
«A volte mi si ode, durante le vendemmie. E qualche pomeriggio, quando piove». Ambientato in un mondo tenebroso e magico, a metà strada tra il romanzo cavalleresco e quello gotico, il racconto degli anni di formazione di un giovane cavaliere.
Traduzione di Maria Nicola
Lingua originale: spagnolo
Titolo originale: La torre vigía
Senza mai darsi un nome, forse non credendo di meritarlo, un giovane della bassa nobiltà destinato a diventare cavaliere racconta in prima persona della sua formazione e del suo apprendistato. Imprese e scontri senza gloria, potenti senza grandezza, collere senza ragioni, magie insignificanti, sogni, scorrono ai suoi occhi e sono come le stazioni del viaggio verso il silenzio che l'attende. Ana María Matute, tra le maggiori scrittrici spagnole del secolo, sceglie un medioevo svuotato dal tempo, in paesaggi desolati e arcani che si immaginano sospesi sulla nebbia di un'alba nordica, per una storia di spreco e dissipazione. Quasi che quell'età di attesa e di incompiutezza fosse la più adeguata alla rappresentazione di un generale destino della condizione umana.
Ana María Matute è nata nel 1926, a Barcellona, dove tuttora risiede. Fra i numerosi titoli che l'hanno portata a occupare una posizione preminente nella letteratura spagnola del Novecento, si ricordano: Los Abel (1948), Fiesta al Nordeste (1953), Los soldados lloran de noche (1964), La trampa (1969). Di recente pubblicazione è il lungo romanzo storico Olvidado rey Gudú. Questa casa editrice ha pubblicato Prima memoria (1997) e Piccolo Teatro (2003). Piccolo teatro è del 1954.
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